Antonella Losa, nutrizionista e divulgatrice scientifica

A. LOSA parla di
Consumo di pesce come aiuto in caso di psoriasi

AUMENTARE IL CONSUMO DI PESCE PUÒ ESSERE DI AIUTO IN CASO DI PSORIASI?

Aumentare il consumo di pesce può essere utile per tutti noi italiani, che ne consumiamo un po’ poco, e in particolare per chi ha la psoriasi, che può trarne dei vantaggi aggiuntivi.

PROTEINE E PSORIASI

La media nazionale dei consumi è meno di 2 porzioni di pesce alla settimana contro le 5 o 6 di carne; sarebbe meglio riequilibrare tali consumi. Il pesce, infatti, rispetto alla carne ha alcuni vantaggi: ad esempio contiene delle proteine altrettanto nobili ma più digeribili. Le proteine diventano particolarmente interessanti nelle fasi severe della psoriasi in cui c’è molto ricambio di tessuto e quindi si va incontro anche potenzialmente a una distruzione più che fisiologica delle proteine organiche.

SELENIO E PSORIASI

Il pesce non contiene solo proteine nobili, ma ha anche tanti altri nutrienti che possono essere utili a tutti e in particolare a chi ha la psoriasi, ad esempio il selenio. Il selenio è un antiossidante che nel sangue di chi ha psoriasi è presente in minore quantità rispetto a chi non ha questa malattia. Quindi, anche in assenza di dati veramente consolidati, molti centri di cura della psoriasi favoriscono un aumento del consumo di alimenti con selenio, e il primo tra questi è proprio il comparto dei prodotti ittici.

OMEGA 3 E PSORIASI

Un altro nutriente interessante nei pesci, soprattutto nei pesci grassi, che sono il tonno, il salmone, l’aringa e tutto il nostro pesce azzurro, sono alcuni acidi grassi polinsaturi omega 3, in particolare DHA (acido docosaesenoico) e EPA (acido eicosapentenoico). Questi favoriscono la sintesi da parte del nostro organismo di diverse sostanze utili, alcune delle quali hanno un potenziale effetto antiossidante, al contrario di quello che fa l’acido arachidonico, che invece favorisce la sintesi di sostanze pro-ossidanti. L’EPA, inoltre, si mette sul sentiero dell’acido arachidonico nel momento in cui questo favorisce la formazione di sostanze pro-infiammatorie, sbarrandogli la strada. Quindi, l’EPA, oltre a favorire la sintesi di sostanze anti-infiammatorie, impedisce anche che l’acido arachidonico favorisca la sintesi di quelle pro-infiammatorie.

I pesci grassi inoltre contengono anche vitamina D, la quale, a differenza degli omega 3, è sensibile alla temperatura, quindi per tenerla a livelli importanti bisogna effettuare cotture molto delicate.